Il commento di Giovanni Cuniberti sullo spettro di una vittoria populista alla vigilia delle elezioni europee 2019
Alla vigilia delle elezioni europee 2019 Giovanni Cuniberti è stato intervistato da We Wealth, importante magazine di Wealth Management, assieme ad altri importanti figure del mondo economico, come Kurt Schappelwein di Reiffeisen Capital Management e Giacomo Calef di Notz Stucki. Sul tavolo della discussione molti argomenti, tra i quali l’eventuale incidenza sui mercati finanziari di un voto pro-populista.
Elezioni europee 2019: turbolenza probabile, ma poca agitazione
Nel 2019, nei giorni precedenti alle elezioni europee, i mercati finanziari registravano una modesta agitazione, principalmente dovuta allo spettro di un voto populista. In realtà i possibili scenari che vedevano uno spostamento dei voti dal centro verso destra non si sono poi tradotti in una vittoria populista. In ogni caso, durante quelle settimane sorgevano non pochi dubbi sulle conseguenze sui mercati di un esito che vedesse la destra vincente. Cuniberti, Schappelwein e Calef erano comunque di comune accordo: nulla faceva presagire un terremoto finanziario.
Cuniberti: turbolenze sì, ma di breve periodo
In particolare, Cuniberti, al tempo responsabile consulenza fee-only di Gamma Capital Markers, ridusse i termini della paura, forte della consapevolezza di come alcuni recenti scossoni politici non avessero disturbato più di tanto i mercati: “Nel recente passato, tutte le ripercussioni politiche non hanno determinato shock di lungo periodo, da Trump alla Brexit”.
Affermazioni che lasciavano presagire un’ipotetica turbolenza ma limitata al breve periodo, comunque più facile da assorbire per il mercato azionario che per quello obbligazionario: “Se sull’azionario la turbolenza può essere recuperata nel breve, sono un po’ più negativo sul mercato obbligazionario”.
Per comprendere il perché di questa affermazione ti invitiamo a leggere l’intera intervista a questo link.